Errore 4.0 #5 – I requisiti di I4.0 sono gli stessi ovunque

In altre parole: se importo una macchina “marchiata” 4.0 sarà sicuramente agevolabile 

Prosegue l’appuntamento “Errori 4.0” con il 5° episodio della rassegna degli argomenti che spesso portano a dei dubbi sull’interpretazione delle norme 4.0.

I requisiti di I4.0 sono gli stessi ovunque (Francia, Germania, ecc.)?
Se importo una macchina “marchiata” 4.0 sarà sicuramente agevolabile?

L’introduzione del Piano Nazionale 4.0 si poneva come obiettivo primario l’ammodernamento del parco macchine utensili delle imprese manifatturiere italiane, poi le successive modifiche e integrazioni del Piano, che è diventato Impresa 4.0 e poi Transizione 4.0, ha ampliato la platea dei possibili beneficiari non solo alle imprese manifatturiere ma anche a quelle agricole, quelle operanti nel settore della sanità e praticamente a qualsiasi tipologia di azienda, cambiando via via lievemente i proprio obiettivi in favore di un generale ammodernamento dei processi produttivi delle aziende italiane.

Pertanto, va da sé che questo forte impulso alla modernizzazione dei macchinari si sia riflesso sulla opportunità per i produttori di ampliare il proprio mercato, questo sia per i produttori italiani che per quelli stranieri.

Bisogna però porre attenzione su alcuni dettagli decisamente rilevanti ovvero sul fatto che il “Paradigma 4.0” è qualcosa di universalmente riconosciuto, per esempio il riferimento alle 9 tecnologie abilitanti a suo tempo individuate dal Boston Consulting Group e riprese anche nella presentazione del Piano Nazionale Industria 4.0 che a suo tempo fece Calenda, il dialogo tra macchinari e sistemi informativi, la gestione da remoto delle macchine, l’impulso a migliorare produttività e competitività attraverso la raccolta e l’analisi dei dati e così via.

Pertanto se la “Filosofia 4.0”, per così dire, è comune e considera appunto la possibilità di scambio dati tra macchinari e sistemi informativi aziendali, tra macchinari e fornitori o clienti e così via, dando quindi parecchia importanza al dato e alla valorizzazione dello stesso che l’azienda ne può fare per aumentare la propria competitività ed efficienza, bisogna però tenere in debito conto il fatto che la declinazione italiana di questa filosofia è peculiare e sostanzialmente legata al meccanismo di rispetto di determinati requisiti per poter poi accedere alle agevolazioni previste dal Piano.

Infatti, per fruire delle agevolazioni di legge bisogna verificare diversi parametri che attengono sia ai macchinari che al processo produttivo in cui questi vengono inseriti e, insieme, bisogna rispettare una serie di requisiti, quindi non uno solo o magari una serie di generici requisiti 4.0, si vede ad esempio l’articolo che abbiamo scritto sulla cosiddetta bidirezionalità 

Per accedere alle consistenti agevolazioni previste dal piano nazionale industria 4.0 e successive modifiche e integrazioni bisogna:

  • prima di tutto capire a quale categoria il bene appartenga;
  • in seconda battuta, a seconda della categoria di appartenenza, bisogna individuare i requisiti che il bene, inserito nel processo produttivo, deve rispettare;
  • in terza battuta, bisogna fare in modo che tutti i requisiti vengano soddisfatti.

I produttori italiani di macchinari, magari dopo qualche iniziale incertezza, si sono in generale adeguati.

Dalla nostra esperienza abbiamo visto invece che con alcuni produttori stranieri l’implementazione dei requisiti di legge è risultata più laboriosa. Questo non perché le macchine siano o fossero state di livello inferiore ma semplicemente perché nei loro Paesi di origine la declinazione del Paradigma 4.0 era magari focalizzata su altri aspetti ritenuti più importanti o rilevanti rispetto ad altri.

Un esempio è quello della telemanutenzione, uno dei requisiti richiesti per le macchine utensili e abitualmente presente come caratteristica di serie in qualsiasi nuovo macchinario che abbiamo esaminato, come pure, a volte e in alternativa, la possibilità di controllare in remoto il macchinario.

Tuttavia è capitato, per esempio, che i protocolli di scambio dati non venissero resi disponibili dal fornitore, impedendo di fatto l’integrazione con un sistema di schedulazione della produzione, per esempio un MES, e facendo così venir meno uno dei requisiti più importanti richiesti dal Piano Nazionale Industria 4.0.

Con alcuni produttori è stato davvero difficile venire a capo di quanto necessario per implementare completamente tutti i requisiti di legge, a volte perché la macchina potenzialmente avrebbe potuto fare quanto richiesto ma con delle modifiche a pagamento da parte dell’acquirente.

Altre volte ci siamo trovati davanti alla posizione di alcune aziende che, in virtù del fatto che il mercato italiano rappresentava una bassa percentuale di vendite nel loro fatturato, avevano detto chiaramente al loro cliente che non avrebbero apportato per scelta alcuna modifica richiesta.

Possiamo citare solo un caso in cui soltanto la minaccia molto concreta fatta da un cliente molto fidelizzato a un dato marchio di rivolgersi alla concorrenza per l’acquisto di una dozzina di macchinari nuovi, ha sortito l’effetto di una forte pressione della filiale italiana sulla casa madre per condividere informazioni sui protocolli di scambio dati e su altro che permettesse uno scambio dati adeguato alle richieste dei requisiti italiani per poter accedere all’agevolazione.

Il suggerimento pertanto è di compiere sempre e in maniera approfondita tutte le verifiche del caso, magari con i propri consulenti, senza confidare totalmente e acriticamente in un marchio “4.0” presente sulla documentazione della macchina.

Consigliamo pertanto di entrare sempre nel merito dei singoli requisiti, per esempio i cosiddetti “5 + 2 di 3 requisiti” richiesti per le macchine utensili, senza accontentarsi di un generico “sì, la macchina ha i requisiti” senza specifica documentazione tecnica a supporto dell’affermazione oppure di risposte fumose e non precise. Ciò in maniera tale da capire come il macchinario potrà essere adeguatamente inserito nel proprio processo produttivo ed eventualmente colmare le lacune riscontrate.

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