Sulla strada per Transizione 5.0 – anticipazioni sul nuovo paradigma

Che il nuovo piano di incentivazione agli investimenti per le imprese dovesse portare importanti discontinuità rispetto al passato è nell’aria da tempo e già abbiamo avuto modo di approfondire qui  quali saranno i nuovi pilastri che il legislatore metterà alla base del paradigma 5.0 e qui quali gli ambiti di applicazione in attesa dei riferimenti normativi.

Dopo pochi giorni dall’annuncio dell’approvazione del Piano “Transizione 5.0” da parte della Commissione Europea e in attesa della stesura definitiva della Finanziaria prevista per gli ultimi giorni dell’anno, sta salendo l’hype per quanto riguarda le modalità con cui verranno distribuiti gli oltre 6,3 miliardi di euro dei fondi RepowerEu.

Sarà un decreto legge – la cui emanazione dovrebbe avvenire entro marzo 2024 – a regolare le modalità con cui le imprese potranno accedere agli incentivi.

 

Misure del Piano Transizione 5.0

Fermo restando che Transizione 4.0 continuerà a incentivare l’acquisto di beni 4.0 secondo quanto già previsto, Transizione 5.0 introdurrà 3 nuovi benefici per quegli investimenti in beni e attività che:

  • generino risparmi energetici o apportino miglioramenti dell’efficienza energetica (con un finanziamento di 3.780 milioni)
  • promuovano l’autoconsumo e l’autoproduzione energetica (con un budget di 1.890 milioni)
  • prevedano la formazione nell’ambito della transizione ecologica (con un finanziamento di 630 milioni).

 

Focus sul risparmio e l’efficienza energetica

L’obiettivo di miglioramento dell’efficienza energetica è stato formalmente dichiarato e consiste nel conseguimento di un risparmio cumulativo di 0,4 Mtep nei consumi energetici nel periodo 2024-2026. Si tratta di un obiettivo che si ritiene essere alla portata della nostra economia, nel rispetto di quanto disposto dalla commissione Europea in tema di contrasto al cambiamento climatico.

Saranno agevolabili le spese effettuate nel biennio 2024-2025 mentre è ancora da definire se vi sarà la possibilità di includere anche le spese effettuate nel primo semestre 2026 previo anticipo del 20% della spesa entro dicembre 2025.

Gli obiettivi minimi di riduzione dei consumi energetici saranno del 3% del fabbisogno aziendale o del 5% dei consumi di uno specifico processo (ad esempio la tornitura o l’imballaggio).

 

Beni finanziabili

Sarà possibile ottenere dei crediti di imposta a fronte di investimenti in:

  1. acquisto di beni strumentali materiali o immateriali 4.0
  2. acquisto di beni necessari per l’autoproduzione e l’autoconsumo da fonti rinnovabili (ad esclusione delle biomasse)
  3. spese per la formazione del personale in competenze per la transizione verde

L’ottenimento dei benefici fiscali sarà vincolato alla dimostrazione di risultati misurabili in termini di efficienza energetica o risparmio di energia. La quantità del beneficio fiscale aumenterà proporzionalmente ai miglioramenti ottenuti attraverso tre diverse aliquote: le tre aliquote dovrebbero consentire, sommandosi all’aliquota base del 20% del 4.0, di raggiungere un valore massimo del 40%.

 

Certificazione “ex ante” e “ex post”

Per essere ammissibile, il progetto deve essere certificato “ex ante” (cioè prima di effettuare l’investimento) da un valutatore indipendente che attesti che il progetto di innovazione rispetta i criteri di ammissibilità relativi alla riduzione del consumo totale di energia. Successivamente una seconda certificazione “ex-post”, a investimento ultimato, dovrà attestare l’effettiva realizzazione degli investimenti in conformità alle disposizioni della certificazione ex-ante.

 

Soggetti certificatori

I soggetti titolati a produrre certificazioni dovrebbero essere gli stessi abilitati a produrre la certificazione tecnico-economica prevista dal Fondo per il sostegno alla Transizione Industriale per la parte relativa all’efficientamento energetico:

  • EGE (Esperto in Gestione dell’Energia) accreditate UNI CEI 11339
  • ESCO accreditate UNI CEI 11352
  • Organizzazioni accreditate ISO50001
  • Geologi, ingegneri e periti industriali iscritti all’ordine professionale di riferimento ovvero facenti parte dell’organico della società richiedente la diagnosi energetica.

Si prevede inoltre la realizzazione di una piattaforma per la gestione delle pratiche e il loro monitoraggio da parte delle autorità competenti, anch’essa finanziata dallo stanziamento Repower EU.

 

Focus sull’autoconsumo e l’autoproduzione energetica

Transizione 5.0 cambia modalità di fruizione del beneficio: si passa dal credito d’imposta a un beneficio a fondo perduto per le PMI che investono per l’acquisto di sistemi e tecnologie digitali per produrre direttamente energia da fonti rinnovabili per l’autoconsumo. La gestione del beneficio sarà a cura di Invitalia secondo le modalità che verranno rese note nel decreto attuativo.

 

Focus sulla formazione green

Non ci sono ancora molte indiscrezioni in questo ambito ma è possibile che il legislatore imporrà un tetto massimo a questa linea di incentivo: probabilmente ci si attesterà al massimo al 5% dell’investimento totale agevolato.

 

Pronti a partire con il nuovo paradigma

Il Piano “Transizione 5.0” si configura come un importante passo verso una nuova era di incentivi agli investimenti per le imprese, con l’obiettivo di guidare la transizione verso un modello più sostenibile e attento all’efficienza energetica. Con oltre 6,3 miliardi di euro dei fondi RepowerEu in gioco e la compresenza degli incentivi 4.0, le imprese avranno l’opportunità di beneficiare di un ampio spettro di misure volte a sostenere il loro processo innovativo, fatto di maggiore sensibilità verso il risparmio energetico, l’autoconsumo energetico e la formazione in ambito green, aspetti indispensabili per attuare una transizione ecologica consapevole.

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